Teorie sul destino dei futuri possibili

scritto nel 2015

Noi siamo coinvolti, noi siamo partecipi della natura, e questo necessariamente significa che noi non siamo in grado di avere una visione della natura per come essa effettivamente è fuori da noi; noi non possediamo la virtù di un “terzo occhio” che ci permetta di avere una visione intellettuale della globalità della realtà. (Basil Hiley)

Le implicazioni della fisica quantistica suggeriscono un ruolo attivo della mente, o della coscienza, nel determinare le sue relazioni con la realtà. Se gli eventi fisici sono indeterminati e quindi non prevedibili, se l’uomo si muove dentro un universo in cui ogni avvenimento ha infinite probabilità di realizzazione e la materia può essere influenzata, quali potenzialità ha la mente rispetto al percorso di vita individuale, a quello collettivo e al futuro stesso?
Nella psicologia quantistica esiste uno studio per il problema della coscienza: da un lato la spiegazione neurofisiologica dei meccanismi cerebrali, dall’altro la sensazione del libero arbitrio e della libera scelta; tuttavia si parla di una complementarietà, essendo noto che gli organismi, perciò le cellule, sono direttamente sensibili ai fenomeni quantistici.

L’uomo sembra non apparire più come uno spettatore passivo, ma come il protagonista attivo e responsabile del proprio destino attraverso un’analogia con l’esperimento delle due fessure in fisica quantistica; quando ha luogo l’osservazione, la funzione d’onda “collassa” e in questo esatto momento troviamo la particella in un posto preciso. Così, le particelle subatomiche che formano la materia si manifestano soltanto all’atto dell’osservazione e, fino a quel momento, cioè fino a quando “qualcuno” non le osserva, esiste ‘solo’ il potenziale della particella sotto forma di onda energetica contenente in sé tutte le possibilità.

Quando viene effettuata una misurazione, la particella viene trovata solo in un dato luogo, ma se si assume che la funzione d’onda fornisca una descrizione completa e letterale di un sistema quantistico, significa che tra una misurazione e l’altra la particella si dissolve in una “sovrapposizione di onde di probabilità” ed essa è potenzialmente presente in molti differenti luoghi simultaneamente.

Proprio per descrivere in maniera intuitiva questa situazione Erwin Schrödinger inventò il paradosso del gatto nella scatola. Immaginiamo di avere una scatola contenente un gatto, e poi immaginiamo un fotone che entri nella scatola con una mezza probabilità di essere trasmesso e un’altra mezza di non esserlo. Se è trasmesso esso innesca un congegno che fa sparare un fucile che uccide il gatto, mentre se non è trasmesso il gatto rimane vivo. Ma siccome il gatto è dentro la scatola, noi non possiamo sapere se esso è vivo oppure morto fino a quando non lo vediamo. Questo esempio rappresenta in maniera intuitiva il concetto di sovrapposizione degli stati quantistici, proprio quello descritto dalla funzione d’onda.

Non solo le osservazioni disturbano ciò che deve essere misurato, ma esse lo producono… Noi costringiamo un elettrone ad assumere una posizione definita… ma siamo noi stessi che produciamo i risultati della misurazione. (Pascual Jordan)


Questa dipendenza fra osservatore/osservabile, che ha ampi riflessi nell’ambito filosofico, è contemplata nel cosiddetto “postulato di proiezione”: solo l’osservazione stabilisce un preciso risultato e cambia lo stato del sistema esaminato in base alle modalità di misura (a prescindere, entro specifici limiti, dal possibile stato originario dello stesso).

Così l’osservatore della propria vita, l’esperiente del suo percorso, compiendo delle scelte anche solo legate al pensiero e alla sua logica di concezione della stretta realtà che lo riguarda “osserva” i processi e determina la manifestazione delle situazioni in cui effettua le sue esperienze di vita contribuendo in modo sostanziale agli eventi di cui è partecipe o compartecipe, proprio come le particelle si comportano quando vengono “osservate” . In pratica, ogni mente attua la realtà e condiziona gli eventi per sé e per le menti interagenti. All’atto dell’osservazione, una particella prende vita occupando una delle possibilità, solitamente quella che ci aspettiamo. Le nostre previsioni e le aspettative, le nostre valutazioni, le strade che pensiamo di essere all’altezza di perseguire, i limiti che ci ancorano in determinate scelte, non sono altro che ciò. L’aspetto sconvolgente ma anche illuminante di queste scoperte è che tutto l’universo e noi stessi siamo formati da particelle; le stesse particelle che esistono come materia quando le osserviamo ed esistono come onde di possibilità quando non le osserviamo.

L’energia non è solamente un’onda che si propaga in modo continuo e in tutte le direzioni, ma viene emanata a proiettili o blocchi, ovvero in quanti predefiniti dello stesso valore. Per usare un altro esempio, il quanto potrebbe assomigliare al vagone di un treno; quest’ultimo, rappresenta la quantità di energia complessiva e ciascun vagone il quanto costante in cui è suddivisa. In termini paradossali, i futuri possibili sono contenuti nelle onde di possibilità in quanti che si accodano nel momento della loro concretizzazione nel presente, uno dietro l’altro, all’atto dell’osservazione.

Se si è convinti di uno stato, di una condizione o ci aspettiamo che un evento possa manifestarsi entro una serie di possibilità, tendenzialmente, determiniamo una quantità finita di variabili possibili (in base alla logica di previsione umana dei rischi o del minor danno o, al contrario possiamo chiamarlo della massima convenienza). Si ottiene, così, una proiezione molteplice ma limitata alla serie di possibilità concepite dalla logica dell’osservatore che fissa entro un certo numero quelli che vengono meglio definiti come futuri possibili. Tra questi si muove la legge di causa ed effetto, determinata dall’insieme degli agenti osservanti in relazione al contesto man mano che gli eventi prendono forma. Il libero arbitrio può essere così considerato il mezzo che delinea la forma concreta tra tutte le possibilità disponibili che, prima di ogni presente, sono valide allo stesso modo sotto forma di energia ed è grandioso, pertanto, comprendere che esso possa quindi essere l’agente entro cui la realtà che ci circonda corrisponde, nella linea di massima, alla globalità del pensiero umano che tecnicamente si materializza attraverso il procedere incessante degli eventi.

Ogni particella, in meccanica quantistica, non ha posizione e velocità determinate ma vive uno stato quantico, ciò è come dire che ogni qualvolta si troveranno di fronte una particella, i fisici dovranno trascinare nei calcoli ogni possibile traiettoria della particella, e in questo, la particella verrà a trovarsi spesso nella posizione di vera e propria onda. Così accade nello studio di previsione delle probabilità del futuro prossimo attraverso la formulazione di varie teorie basate sul susseguirsi degli eventi; l’osservatore del proprio intorno determina i futuri/quanti che si accodano uno dietro l’altro e, nel globale, una mente collettiva, data dalla somma di più osservatori (ma anche da più agenti) determina, complessivamente, gli eventi più grandi. Il condizionamento mentale possibile a causa della fragilità dell’uomo e la facilità di manipolazione del suo pensiero – partendo anche solo dalla visualizzazione e dall’assorbimento di messaggi mirati attraverso i mass media – accresce la facilità entro cui un numero di variabili pianificate si fissi tra i futuri possibili, così da avvicinarsi a risultati previsti attraverso il calcolo delle probabilità basato sullo studio della legge di causa ed effetto.

Non è una novità che la mente umana sia notoriamente manipolabile; tuttavia, per questo motivo risulta essere manipolabile anche il futuro che la mente osservante preconfigura ( agendo sulle azioni e le scelte di ogni individuo, influenzando ogni cultura, ogni tipo di appartenenza, status sociale e quant’altro). Ben pochi riescono a vivere in piena coscienza di sé e, purtroppo, non riescono a fare la differenza e non creano alcuna maggioranza entro cui i futuri possibili diano esiti risolutivi rispetto a quanto nel mondo, lentamente, accade. Quando un evento di maggior portata rispetto a quelli relativi ai piccoli nuclei di individui si pone in essere, viene coinvolta la mente di più elementi attraverso un processo che definirei molto prossimo se non medesimo all’entaglement quantistico; vuol dire che chi non era partecipe all’osservazione entro una serie di possibilità definite si unisce a questo atto. Secondo la meccanica quantistica è possibile realizzare un insieme costituito da due particelle tale che, qualunque sia il valore di una certa proprietà osservabile assunto da una delle due, questo influenzi istantaneamente il corrispondente valore assunto dall’altra, che risulterà invariabilmente uguale e opposto al primo, nonostante la teoria postuli l’impossibilità di predire con certezza il risultato di una misura. Ciò rimane vero anche nel caso in cui le due particelle si trovino distanziate, senza alcun limite spaziale.

Ma dove vanno a finire i futuri possibili che non si sono concretizzati nel presente? L’osservazione, tuttavia, non distrugge l’interferenza, non annulla le possibilità che non si sono verificate ma, essendo queste contenute in un’onda di energia, al momento della determinazione di quale incognita otterrà la concretizzazione nella realtà si disattivano e si collocano nel passato, ma non scompaiono. E’ come se si dovesse immaginare quel vagone/quanto di cui sopra visibile perché l’atto dell’osservazione funge da tasto ON sulla scelta di una determinata incognita; di conseguenza, tutte le altre possibilità non concretizzate in quel momento e che esistevano sotto forma di energia si disattivano, nel vero senso della parola, con un OFF. Giungo a questa teoria perché ritengo che il riflettersi delle possibilità di ogni futuro possibile negli universi paralleli sia concettualmente sproporzionato in relazione a determinati schemi. Il futuro segue una linea temporale sotto forma di onde di energia; tutte le onde perciò sono incanalate in questa unità di misura e, pertanto, una volta oltrepassato il blocco delle varie possibilità nel concretizzarsi di un evento, si finisce nel passato. Ritengo che sia fuori logica pensare che in ogni ipotetico altrove possibilità parimenti non verificate vadano a determinarsi in una serie innumerevole di presenti paralleli; tutto si andrebbe a mescolare in modo confusionale in quanto ogni possibilità si andrebbe, pertanto, ad intrecciare con tutte quelle che non si sono verificate altrove.

Come afferma Deutsch potrebbe esistere qualche connessione tra mondi paralleli al livello fisico degli oggetti quantistici ma, secondo me, è da escludere che tutte quante le possibilità non verificatesi in un mondo X si vadano istantaneamente ad affermare nei presenti di vari mondi e universi paralleli, poiché anch’essi regolati da linee temporali che percorrono eventi che si verificano in base all’osservazione e in relazione, altrettante che, a loro volta, non si verificano e che, per questo motivo, si collocano a rigor di logica nel passato in modalità OFF.

Igno-rando

Pubblicato da Ignorando

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