Chi erano i minoici?

pubblicato il 20 agosto 2014

La civiltà minoica fu fondata dai discendenti dei primi coloni europei dell’isola di Creta, che vi approdarono durante il Neolitico, circa 9000 anni fa. La convinzione che la prima grande civiltà sorta sul suolo europeo avesse origine africane risale agli inizi del secolo scorso, quando sir Arthur Evans scoprì le rovine del tempio di Cnosso. Evans aveva osservato diverse somiglianze tra l’arte minoica e quella egizia, rilevando che le tombe circolari dei primi abitanti della parte meridionale di Creta erano simili alle tombe costruite dagli abitanti delle coste libiche. Ma fu una congettura errata.

Questa conclusione si deve ad una ricerca che contraddice la lunga convinzione che quella cultura avesse origine da una più recente immigrazione dalle coste del Nord Africa come Evans aveva teorizzato, probabilmente dall’Egitto, attraverso un approfondito studio genetico sul DNA mitocondriale dei resti ossei di 37 minoici rinvenuti all’interno della grotta di Lassithi a Creta, datata tra i 4400 e i 3700 anni BC da un gruppo di ricercatori dell’Università di Creta a Heraklion e dell’Università di Washington a Seattle. Questa civiltà mostra forti relazioni con le popolazioni europee neolitiche e moderne e con i moderni abitanti di Lassithi; la ricerca ha definito che i dati ottenuti sono compatibili con l’ipotesi di uno sviluppo autoctono della civiltà minoica dai discendenti dei coloni neolitici dell’isola.

Arthur Evans ebbe comunque fiuto quando, circa novant’anni fa, trovandosi tra i mercati di Atene, fece una scoperta che lo portò a ribaltare la conoscenza sulle origini dell’antica civiltà greca. Tra i banchi tipici dei mercati popolari caratteristicamente adibiti alla vendita di qualsivoglia oggetto, fu attratto da alcuni amuleti femminili provvisti di geroglifici che nessuno riuscì a decifrare. A furia di ipotizzazioni, arrivò a pensare che provenissero da Creta e si convinse di dover approfondire attuando una serie di scavi; dopo accurati studi tra le corrispondenze archeologiche e il mito, circoscrisse la zona in cui cominciare ad esplorare; decise pertanto di acquistare un appezzamento di terreno nel punto in cui si riteneva fosse seppellita la città di Cnosso. Assoldando una squadra di sterratori, in due mesi di scavi si trovò dinnanzi ai resti del palazzo di Minosse, il famoso Labirinto. Il palazzo si trova nella zona centro settentrionale dell’isola, a cavallo di un colle distante cinque chilometri dal mare. Era il palazzo del re Minosse, le cui rovine sono sopravvissute per ricordarci il più insigne monumento dell’età aurea di Creta, e forse molto di più. Tali rovine rivelano che qualcosa abbia contribuito allo sviluppo evolutivo dell’essere umano , a maggior ragione quando studi genetici sottolineano la caratteristica di sviluppo autoctona dei minoici; sorse una tra le civiltà più organizzate e splendenti dell’antichità, strutturata in forme gerarchiche con modelli legislativi e strutture amministrative. È importante ricordare che la cronologia minoica è una cronologia relativa e non assoluta, basata sulle sequenze stratigrafiche e sulle variazioni tecnologiche e degli stili della ceramica. Piuttosto che fornire date di calendario per il periodo minoico, gli archeologi usano due sistemi di cronologia relativa. La prima, come accennato, ideata da Evans e modificata successivamente dagli archeologi, è basata sugli stili della ceramica.

Le prime tracce concrete di vita umana sull’isola di Creta risalgono all’epoca Neolitica. La più antica attestazione di abitanti su Creta sono i resti di ceramica neolitica risalente approssimativamente al 7000 BC. L’inizio dell’età del bronzo a Creta, intorno al 2600 BC, coincide con la graduale trasformazione in importante centro di civiltà.
A Cnosso e Festo sono state ritrovate case con mura in pietra e battute pavimentali.

Assieme al palazzo di Minosse, fra slanciati cipressi, vi è la presenza di resti di altri palazzi, a Festo, Mallia e Kato Zakros. Immediate ed evidenti le forti differenze architettoniche, tali strutture rendevano manifesto il frutto di conoscenze nettamente superiori, totalmente estranee e disomogenee rispetto allo sviluppo delle civiltà dell’età del bronzo. Nell’isola di Creta, per secoli, l’uomo aveva abitato in caverne e capanne secondo uno stile di vita neolitico.
Poeti e storici dell’antichità, da Omero in giù, testimoniavano che la prima civiltà greca non sorse a Micene ma a Creta, luogo in cui improvvisi “popoli” decisero di stanziarsi e di gettare le fondamenta, ed ebbe la massima fioritura al tempo del re Minosse, dodici o tredici secoli prima di Cristo.
Nella ricerca di cui sopra si è affrontata la questione dell’origine dei Minoici confrontando i polimorfismi del mtDNA con quelli di 135 popolazioni moderne e antiche su resti scheletrici provenienti da due popolazioni minoiche, una nel centro di Creta, l’altra a sud dell’isola. Dopo l’applicazione di una serie di criteri di autenticazione rigorosi, sono stati utilizzati i DNA di soli 37 minoici i cui resti sono stati ben conservati in una grotta situata nel Lassithi, nella zona centro-orientale di Creta. Sono state escluse origini nordafricane, ma la più alta affinità genetica dei minoici è con le popolazioni europee sia neolitiche che moderne. In conclusione l’origine più probabile dei minoici è la popolazione neolitica che migrò in Europa circa 9.000 anni fa e si suggerisce abbia avuto uno sviluppo autoctono nell’età del bronzo, a Creta.

Un breve salto in quello che viene definito il mito di Minosse. Raccontavano, che il re Minosse ebbe parecchie mogli che, invano, tentarono di dargli un erede: dal loro grembo non nascevano che serpenti e scorpioni. Tra queste soltanto Pasife riuscì a dargli dei figli dalle sembianze umane, tra cui Fedra e la bionda Arianna. Minosse errò in un’occasione, offendendo il dio Poseidone, il quale si vendicò facendo innamorare Pasife di un toro, sia pure sacro. A soddisfare questa sua passione fu aiutata dall’ingegnere Dedalo, capitato nell’isola da Atene, da cui fuggiva per aver ucciso per gelosia un nipote. Da quel connubio nacque il Minotauro, mezzo animale e mezzo uomo. A Minosse non bastò che un attimo per comprendere con chi sua moglie lo avesse tradito. Ordinò così a Dedalo di costruire il Labirinto dove sarebbe stato confinato il mostro per tutto il resto dei suoi giorni e, infine, vi lasciò dentro anche il costruttore con il figlio Icaro. Dedalo fuggì con delle ali di cera per sé e per il figlio; ma Icaro, ebbro di volo, dimenticò la raccomandazione del padre di non avvicinarsi troppo al Sole e cadde nel vuoto non appena le sue ali si sciolsero del tutto. Dedalo, disperato per la morte del figlio, atterrò in Sicilia dove portò le prime nozioni della Tecnica.
Nel Labirinto, intanto, il Minotauro continuava a vivere esigendo che gli venissero consegnati sette ragazzi e sette ragazze all’anno provenienti dai popoli vinti in guerra, di cui si cibava. Ne reclamò anche da Egeo, re di Atene. Tra questi Teseo, il figlio del re, chiese di fare parte del gruppo con l’intento di sopraffare e uccidere il Minotauro e, prima di immergersi nel Labirinto, sedusse Arianna che gli consegnò un filo da srotolare per ritrovare successivamente la via d’uscita. Il giovane riuscì nell’intento e, tornato fuori dove la principessa lo attendeva, restò fedele alla promessa fattale; così la sposò e la portò via. A Nasso l’abbandonò mentre dormiva e raggiunse i compagni continuando il viaggio.
Gli storici moderni avevano respinto questa storia come inventata di sana pianta, ma negarono anche che a Creta fosse fiorita, duemila anni prima di Cristo e mille prima di Atene, la grande civiltà che le attribuiva Omero Sotto la spinta di queste forze nuove Creta è uscita dall’Età della Pietra entrando in quella del Rame e del Bronzo. I vecchi villaggi hanno preso ad espandersi, nuove città sono fiorite col tempo sulle alture e sulla costa dell’isola. Tuttavia, bisognerà attendere il 2000 a.C. prima di poter parlare di un’unica e sola grande civiltà, la minoica, completamente definita. E’ allora che entrano in uso i veicoli con le ruote, che abili artigiani lavorano vasi bellissimi dalle forme delicate e dal brillante disegno policromo, eseguiti “a regola d’arte”, e che viene inventato il primo sistema di scrittura cretese applicato a fini commerciali.

Fu la prima civiltà che si sviluppò in terra europea, dove Licurgo e Solone, i più grandi legislatori dell’antichità, vennero a cercare il modello delle loro Costituzioni, dove nacque la musica corale che Sparta adottò, dove vissero e lavorarono i primi capiscuola della scultura, Dipeno e Scilli. Nel 1450 a.C. la civiltà minoica lascia il posto ai micenei.

Azzarderei la conclusione di questo articolo attraverso un’ipotesi forse un po’ coraggiosa ma non del tutto assurda, se ci si pensa bene. La teoria che questi popoli siano sorti in maniera autoctona pare un po’ ingenua, come a fingere di non comprendere che si possa includere tra le opzioni anche quella dell’intervento di civiltà evolute provenienti da altri pianeti e che esseri come il Minotauro siano il frutto di tentativi, più o meno voluti, di ibridare forme di vita terrestri a esseri non terrestri. Non è un caso che proprio Pasife lo abbia generato essendo colei che riusciva a dare figli dalle sembianze umane a Minosse. Essendo probabilmente un essere differente dai comuni mortali del tempo, Minosse non riusciva ad ottenere prole con forma umana, se non solo tramite Pasife, evidentemente l’unica in grado di potergliela offrire. Poseidone, incidendo sul sentimento dell’amore potrebbe essere intervenuto sul livello spirituale, pertanto ritengo che diverse forme di civiltà provenienti da altrove abbiano gestito le sorti dell’evoluzione sul pianeta, soprattutto nelle epoche in cui i balzi evolutivi risultano evidenti, a partire da palazzi che nulla hanno a che vedere con l’ “architettura” del tempi in cui sono sorti e il graduale sviluppo della popolazione che, man mano, è stata istruita secondo modelli da seguire.

Le popolazioni europee che migrarono a Creta erano, probabilmente, tra i principali popoli più evoluti abitanti sul pianeta. Non è un caso se, proprio in Europa hanno continuato a nascere, nei millenni, genii dell’architettura, della musica, di altre materie scientifiche, non è un caso se dall’Europa sono partiti i colonizzatori del mondo. Non è un caso se la fioritura eccellente delle arti e dei mestieri, della scienza e della tecnica si sono sviluppate con brillante eccellenza in alcuni luoghi e non in altri. Potrebbe essere radicato un quid genetico che, col passare del tempo, si è mescolato in buona parte del mondo.

Ecco dunque, a mio avviso, come mai questi argomenti scivolano puntualmente nel mito essendo impossibile cancellare del tutto le tracce che restano impresse sulla pietra e che nel tempo rivedono la luce, a distanza di migliaia di anni, davanti agli occhi di esseri umani che si pongono nuovi perché.

Igno-rando

Pubblicato da Ignorando

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