New Human Generation

pubblicato il 7 novembre 2014

Quasi tutte le antiche tradizioni affermano che, in qualche modo, per mezzo di un processo mistico, i nostri corpi sarebbero cambiati ed ora lo sappiamo, perché i nostri ricercatori l’hanno convalidato: il DNA, che abbiamo ritenuto essere un codice fisso, in realtà non lo è. Noi incarniamo un codice variabile di DNA che funziona sia come antenna, che come un internet/biologico (WEB) superiore, per determinati versi, a quello artificiale. E’ come se fossimo venuti al mondo con dei parametri molto specifici, predeterminati dalla fabbrica, nelle opzioni di manifattura – per così dire – e mentre affrontiamo ciò che la vita ci offre, abbiamo la possibilità di accedere a nuovi modelli, di attivare nuovi codici, persino di estenderci. Il DNA ha un comportamento vibratorio che muta sulla base della frequenza e delle onde ad esso trasmesse, si può inoltre del tutto riprogrammare, ciò non è cosa nuova; di questa scoperta molto si deve alla ricerca russa, tra cui citerei come esempio basilare la totale trasformazione di un embrione di rana a quello di salamandra per mezzo della trasmissione di un determinato flusso di informazioni attraverso la “giusta” frequenza. Va inoltre ricordato che la tendenza alla sperimentazione su determinate aree piuttosto che altre non ci è innata ma altrettanto trasmessa o già in qualche modo esistente all’interno del DNA; quindi, il rigor di logica ci impone di ritenere che lo stesso genere di “sperimentazioni” in scala esponenzialmente superiore vengano attuate sull’umanità, sul mondo, sui sistemi di pianeti e altrove sino a comporre l’immenso disegno nello spazio, inteso come unità astratta entro cui avviene la manifestazione di qualcosa attraverso differenti frequenze e vibrazioni. Ogni nostra cellula ha un potenziale elettrico pari a 1,17 volt che viene attivato e regolato dalle emozioni; gli antichi ce lo avevano già spiegato. Ecco perché su questo pianeta i sentimenti hanno un senso, come l’amore, come l’odio.
I maestri esoterici e spirituali sanno da millenni che il nostro corpo si può programmare con il linguaggio, le parole e il pensiero e siccome la volontà di una mente superiore o di più menti ci reggono in piedi, siamo il risultato di quello che risulta, non da previsioni fantastiche, ma da calcoli ben condensati nelle antiche testimonianze, si ricordi quanto viene detto a proposito delle “chivas”, degli Hopi, dei templi megalitici che tutt’ora sono in grado di misurare perfettamente i solstizi, gli equinozi, gli allineamenti planetarii, l’esatta conoscenza astronomica di cui solo ora avvengono le scoperte attraverso sonde lanciate in esplorazione e che riconfermano, nella maniera assoluta, quanto era scritto. La sensazione che tutto non sia più come prima, che il tempo scorra molto più velocemente, che ci si avverta immersi in una sorta di sospensione temporale indefinita, è stato descritto, anche migliaia di anni fa. Tutti i calendari antichi terminano in questo periodo.
I calendari dei Maya sono molto chiari: affermano che il tempo come lo conosciamo in effetti è terminato a luglio del 1992 e che da allora fino a dicembre del 2012 questa nostra generazione sta vivendo un tempo chiamato “non-tempo”, durante il quale avrà luogo un riallineamento dei sistemi temporali. Ci hanno anche detto: “Non cercate di costruire nuovi calendari. Non avrebbero senso per voi, perché non percepite più il tempo nello stesso modo.”
Cinquecento anni fa i Maya – per così dire – scomparvero, lasciando detto che la Terra stava entrando in un ciclo di oscurità, un periodo che sarebbe durato 500 anni. Quindi, essi dissero: “Noi non restiamo”. Lasciarono qui alcune persone, una sorta di equipaggio minimo, e dalla loro prospettiva noi stiamo emergendo proprio ora dal ciclo di oscurità e ci stiamo risvegliando nuovamente alla luce. Perciò si parla dell’ingresso in una Nuova Era in cui saranno ridefinite a breve le pieghe dell’umanità e, a contribuire su questo processo, le stesse frequenze ed onde che stanno attraversando il pianeta (testimone il riscontro attuale astronomico) e, con incidenza maggiore dal 1996, all’interno di un processo di trasformazione dell’umanità di cui gli stessi esseri umani non si accorgeranno se non a giuochi fatti. La nuova generazione realizzerà soltanto in quel momento di essere diversa dalla precedente, di essere – radicalmente – altro. Chi determina quindi queste coincidenze se non menti superiori ed evolute anni luce rispetto questo piccolo mondo?

L’attenzione maggiore di questa fase evolutiva sarà concentrata soprattutto in ciò che nell’articolo precedente è stato identificato come “Singolarià Tecnologica”; perciò, nella nuova forma che acquisirà la tecnologia, nata esternamente all’uomo, in quanto protesi, prolungamento nel soddisfacimento e nell’adempimento delle sue necessità e che, gradualmente, penetrerà all’interno di esso attraverso il suo sistema principale, lineare ma anche multidimensionale, il DNA, attraverso le frequenze di cui i ricercatori russi ne dimostrano le basi. Attivando quello che, per anni e anni di scienza, è stato definito “DNA spazzatura”. Che posto occuperanno, tuttavia, le emozioni all’interno di in un corpo tecnologico nonostante i vantaggi evolutivi della New Human Generation? Le emozioni che ruolo avranno considerato che, ad oggi, queste servono per azionare il comportamento vibratorio del DNA, arrivando persino ad autoriparare le cellule (lo dimostrano esperimenti fatti sui cromosomi danneggiati dai raggi X)? A che livello esse determineranno la composizione degli agglomerati sociali, le relazioni, la crescita, lo sviluppo? Emozione è soltanto sinonimo di primitività o resta alla base di un’essenza primaria, permarrà come motore del funzionamento dello stesso DNA all’interno della New Human Generation o saranno superate o magari, subiranno esse stesse un’evoluzione? Il termine odio o il termine amore , ad esempio, definiranno sempre gli stessi composti emotivi? In che modo si evolverà la scrittura, il pensiero, l’espressione, la lingua, la comunicazione, gli strati sociali? Si giungerà all’abbandono dell’idioma o alla comprensione di ogni forma idiomatica presente sul pianeta all’interno della propria conoscenza indotta dallo stesso DNA? La parola , ad esempio, per quanto si tenti di controllarla è direttamente legata all’emozione. Servirà ancora per variare la vibrazione nel DNA o si limiterà a fornire un dato descrittivo in relazione ad un evento tipo, in modo neutro?

Essendo ormai evidente che i sistemi viventi si basano su un sistema di comunicazione, il funzionamento del DNA non può essere visto soltanto come un magazzino di informazione genetica. Possiamo considerare il sistema dinamico DNA/RNA (Lo Rna è solo un’ipotesi) come una Energia Informazione (EI) catalitica in grado di trasmettere e ricevere segnali quantici biofisici dall’Ego/IO verso e dalle proteine, atomi presenti nelle cellule viventi, così che il DNA può essere pensato come una “antenna” che trasmette e riceve informazioni, mediante “segnali quantistici dei geni e/o degli Atomi, Elettroni, ecc., per mezzo del Vuotoquantomeccanico”. A chi appartiene la tecnologia che ci viene richiesto di incarnare, se così si può dire? Lo scopriremo, almeno, a giochi compiuti?
In sostanza, come accennavo siamo antenne che mutano al mutare della frequenza e delle vibrazioni dell’Universo, e di ciò la tradizione orale e scritta che ha calpestato il suolo di questo pianeta ha conosciuto, tramandato, profetizzato e atteso per migliaia di anni. Nulla di quanto accade ora e accadrà in futuro è ignoto perché documentato, abbiamo davanti agli occhi le esatte parole che ci sono state tramandate ancor più di recente, durante gli ultimi 3000 anni. E se erano conosciute significa che anche il tempo in cui viviamo è solo un parametro, e che noi oggi siamo tarati per seguirne il suo scorrere soltanto in avanti, senza o con minime doti, riuscire a percepire gli effetti futuri rispetto al tassello del qui ed ora. Probabilmente, eravamo anche programmati per non porci troppe domande in proposito e ora, invece, aumenta la mole di quesiti sulla propria esistenza, in ogni dove. La soluzione di continuità tra una vita e l’altra è la morte, non c’è altra possibilità per poter conoscere il futuro; ecco perché gli esseri umani sono così attaccati alla memoria, intendendo con essa il valore della testimonianza. La testimonianza si radica nello scorrere del tempo, la permanenza degli uomini nella sua linearità ne permette la conservazione e, per quanto possibile, la tutela. Gli antichi Esseni ci ricordano con molta chiarezza la natura del nostro rapporto con la terra. Dalla loro prospettiva il corpo umano è un’entità vivente consapevole, formato dall’unione, dal santo e sacro matrimonio tra elementi terrestri e lo Spirito che è venuto ad abitarvi. Si continuerà ad essere ancora legati alla terra allo stesso modo o si potrà vivere nel completo agio a livello multidimensionale? La memoria continuerà ad avere valore o lo scorrere delle cose si valuterà più sulle incidenze di causa ed effetto, portando in secondo piano il peso del passato sul presente e sul futuro e, diventando, si accetti il paragone, più “quantici” e meno legati alle pietre?
Nel ripercorrere le antiche tradizioni di coloro che sono venuti sulla Terra prima di noi, abbiamo la possibilità di verificare la continuità fra le loro vite, migliaia di anni fa, e la nostra vita oggi. Da dove sono arrivati? Qual era il loro tempo, il loro livello evolutivo, per essere in grado di conoscere il tempo che stiamo attraversando qui e adesso? La nuova generazione tende verso uno sviluppo che incarnerà le stesse consapevolezze? Anche a prescindere da quelle antiche tradizioni, assistiamo ad eventi che accadono al di là del nostro mondo attuale, poiché percorrendo il sentiero della tecnologia esterna, abbiamo costruito delle macchine, degli strumenti esterni al corpo umano, abbiamo viaggiato nelle profondità atomiche del mondo dei quanti, abbiamo assistito al momento del concepimento all’interno di un utero umano, abbiamo creato macchine che funzionano da surrogati delle nostre percezioni o da estensione dei nostri sensi e che ci hanno fatto entrare in mondi da cui credevamo di essere separati mentre in realtà non c’è separazione perché tutte le informazioni, i dati, le cifre, indicano l’esistenza di una forza che non può essere né creata, né distrutta, e che sentiamo l’esigenza di misurare.

In che modo resterà perciò la componente spirituale all’interno di un corpo tecnologicamente avanzato, che non ha bisogno di un telefono per comunicare con qualcuno dall’altra parte del pianeta, né di studiare un linguaggio per poterlo utilizzare, né di apprendere perché conosce, né di curarsi perché si autorigenera o, forse, né di riprodursi solo sessualmente perché potrà anche in altri modi o né di morire perché tramuta o termina in altre forme per acquisirne di nuove (chissà quando e se, e cosa saranno la morte e la nascita?), è il grande enigma della New Human Generation.

Igno-rando

Pubblicato da Ignorando

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