Se Newton avesse ragione, quando avverrebbe il ratto salvifico?

scritto nel 2014

Questo articolo premette un “se” di fondo, nel senso che, qualora i calcoli di Isaac Newton stimati sulla fine del mondo fossero esatti, un eventuale ratto salvifico profetizzato sulla Bibbia (principalmente) e (attraverso le interpretazioni di coincidenze semantiche) su altre scritture e culture, avverrebbe entro un periodo non lontano da adesso.


La convergenza teorica tra gli eventi attuali e le profezie apocalittiche che si è sviluppata negli ultimi tempi dando alla luce svariata letteratura risulta, agli occhi degli studiosi, spesso catastrofista, imprecisa e fantasiosa, perciò motivo di trascuratezza in quanto si giunge a ritenere che tale produzione sia esclusivamente frutto di punti di vista espressi dagli autori, attraverso l’immancabile tendenza al voler mettere insieme un’accozzaglia di nozioni e facendole passare per coincidenze, brutalmente forzate. Questo atteggiamento ha creato un distacco intellettuale da parte di molti che hanno, per contro, sviluppato un approccio del tutto opposto e radicalmente scientista. Per questo motivo vorrei rivolgermi a coloro i quali si limitano allo studio degli eventi con l’atteggiamento critico di chi è volto alla comprensione attraverso la comparazione di più fonti, nello specifico per quello che riguarda il “ratto salvifico” , in relazione ad alcuni studi comparativi includendo anche quelli di Isaac Newton in proposito. Ciò per realizzare che, qualora si verificasse l’Apocalisse entro il 2060, la salvezza di alcuni eletti avverrebbe poco prima.

Apocalisse, 7:13-15: 13 Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: «Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?». 14 Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello. 15 Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.

Le profezie apocalittiche della Bibbia ipotizzano che, alla vigilia dell’Apocalisse, molti cattolici potrebbero dileguarsi improvvisamente, in seguito ad un evento soprannaturale chiamato “ratto salvifico” (o rapimento salvifico). Nella fattispecie, questa profezia riguarderebbe i credenti scelti sopravvissuti, poco prima della fine del mondo, prelevati senza alcun preavviso dalla Terra e trasformati in puro spirito; gli altri uomini rimasti, saranno condotti verso la “fine dei tempi” attraverso uno scenario colmo di disperazione. All’improvviso, familiari e altre persone conosciute potrebbero venire meno e, da tale avvenimento, sorgerebbe la consapevolezza che per chi rimane non vi è altro scampo se non, in rari casi, qualche ultima (ma non certa) opportunità di salvezza. Questa profezia, che trova fondamento in molti passi biblici che andrò ad elencare, è espressa in altre religioni seppur con altri termini; pertanto, il motivo di questo controverso studio, è anche quello di sottolineare e metterne a confronto le similitudini.

Secondo questa dottrina, creduta soprattutto dalle chiese evangeliche, Gesù Cristo scenderà dal cielo recando con sé tutti quelli nati di nuovo . Verranno trasportati simultaneamente ad incontrare il Signore nell’aria e, dopo aver subito una trasformazione del corpo, si uniranno ai credenti, precedentemente morti che nel contempo passeranno attraverso la prima risurrezione. Riguardo al Rapimento, fra i teologi c’è disaccordo se si verificherà prima o dopo la Tribolazione, un periodo di sette anni che precede la seconda venuta di Cristo sulla terra, o addirittura, se la durata della Tribolazione sarà di sette anni o solo di tre anni e mezzo. Alcuni ritengono che la tribolazione di cui parla il Vangelo di Matteo (Capitolo 24), è già avvenuta nel 70 d.C. con la distruzione di Gerusalemme. Collegata al Rapimento è la dottrina del Millenarismo, secondo cui prima (per alcuni) o dopo (per altri) Satana e i suoi angeli saranno legati e Cristo e la sua chiesa regneranno sulla terra per mille anni, dopo di che verrà il Giudizio universale.

Tessalonicesi 1, 4:13-18: 13 Non vogliamo poi lasciarvi nell’ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. 14 Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. 15 Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. 16 Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17 quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell’aria, e così saremo sempre con il Signore. 18 Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.

Apro una parentesi interessante che fisserebbe delle date in merito alla venuta del Messia. Lo scrittore cattolico Vittorio Messori, nel suo best-seller Ipotesi su Gesù (1976), dedica un capitolo alla profezia di Daniele delle settanta settimane fissate da Dio a partire dal ritorno in patria degli Ebrei dopo la cattività babilonese, durante le quali il popolo ebraico avrebbe dovuto espiare le proprie colpe in attesa del Messia (Daniele, cap. 9:24). Questa cifra, che molti ritengono del tutto simbolica, viene presentata da Messori come una profezia sconvolgente. Queste 70 settimane, secondo il Messori, sono formate da anni, non da giorni, per un totale di 490 anni di attesa. Ora, secondo la Bibbia la cattività babilonese, cominciata nel 587 B.C., è durata 70 anni esatti. Perciò risulta che l’avvento del Messia era così fissato per il 27 B.C. , periodo coincidente con la formazione la setta degli Esseni, il cui obiettivo principe era proprio l’attesa del sospirato Messia. Se invece il computo dei 490 anni è fatto partire dall’Editto di Artaserse del 457 B.C., che secondo molti segnò il vero ritorno dei Giudei a Gerusalemme, si arriva addirittura al 34 A.D. che è la data in cui fu ucciso il diacono Stefano, e quindi del compimento delle promesse messianiche. La missione di predicare il messaggio del ritorno di Messia si orientò verso i gentili con la conversione di Saulo di Tarso (Paolo).



E nel testo in greco antico dei Tessalonicesi sopracitato in italiano nella versione C.E.I., San Paolo parla di cristiani “rapiti al Cielo” e sospinti verso l’Alto da una forza sovraumana (53 A.D.); il termine, è stato poi tradotto in latino con il termine “rapturo” dal quale deriva l’attuale definizione del ratto salvifico. “Non precederemo quelli che si sono addormentati”, allude al fatto che i fedeli non moriranno ma saranno “trasformati” , percorrendo una via insolita dal consueto.

Da qui il concetto moderno, anche se interpretabile in modo inesatto dalla fede del popolo, secondo cui i cristiani saliranno al Regno dei Cieli “in forma corporea”; la trasformazione prevederebbe l’abbandono della materia (definita esotericamente corpo grossolano) in luogo della conservazione del corpo astrale o animico, di quello spirituale, -forse anche -di quello mentale e di quello eterico . Non si può pensare, oggettivamente, che il corpo fisico si trasferisca così com’è contemplato materialmente, nell’Alto dei Cieli. Nell’ambito della teologia cristiana il concetto del ratto salvifico ha preso piede negli ultimi duecento anni dando, inoltre, luogo ad un’accesa diatriba tra coloro che sostengono che le prove contenute nella Bibbia siano consistenti per sostenere tale profezia e coloro che, al contrario, ritengono che non sia affatto così.



Corinzi 1, cap. 15:46-53: 46 Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. 47 Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. 48 Quale è l’uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. 49 E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste. 50 Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l’incorruttibilità.

51 Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. 53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.

Si fa riferimento anche alla salvezza delle anime dei defunti secondo lo stesso criterio, i quali non saranno tralasciati solo perché non più in vita sulla Terra.

Nel Vangelo di Matteo si fa riferimento al Libro di Daniele – di cui andremo ad accennare in seguito, riguardo agli studi di Newton – e si parla, precisamente, di un’effettiva “scelta” durante il ratto salvifico; essa prevede un’esatta cernita tra coloro che saranno prelevati in luogo di altri che, invece, saranno lasciati incontro all’Apocalisse:



Matteo, cap. 24:15-44: 
15 Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo – chi legge comprenda -, 16 allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, 17 chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, 18 e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 19 Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. 20 Pregate perché la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato.

21 Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall’inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. 22 E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. 23 Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: È là, non ci credete. 24 Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. 25 Ecco, io ve l’ho predetto.

26 Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: È in casa, non ci credete. 27 Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 28 Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.

29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni,

il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce,

gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.

30 Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31 Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli.

32 Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 33 Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. 34 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. 35 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

36 Quanto a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.

37 Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell’arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l’altra lasciata.

42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà.

Trattandosi di un evento soprannaturale, il ratto salvifico rientra esclusivamente nella sfera del miracolo; pertanto la sua attesa è concepita nell’ambito della fede e nel dubbio di quando, effettivamente, esso si possa verificare: nel periodo antecedente le Tribolazioni, durante o dopo i sette anni di inflizione delle piaghe divine sulla Terra e, perciò dopo i cataclismi apocalittici, “quando Cristo tornerà per regnare incontrastato sulla Terra”. Quello che gli stessi credenti non capiscono, è se eviterebbero o meno l’Apocalisse, se andrebbero o meno incontro al periodo dei cataclismi incontrollabili, se devono o meno sentirsi in “pericolo” prima di pensare alla tanto ambita salvezza in relazione alla fede maturata in Cristo. Nelle culture non cristiane, attraverso interpretazioni abbastanza controverse, è possibile risalire a traccia di un’analogia del ratto salvifico tra le profezie di salvazione anche se, il punto di partenza iniziale, resta tuttavia la Bibbia. Sono state tuttavia individuate molte similitudini: anche se in nessun caso si ha una risposta precisa sulla collocazione temporale dell’evento, altre culture forniscono un contesto alla profezia contenuta nell’Apocalisse. Secondo le dottrine islamiche, chi crede in Allah, troverà rifugio con il profeta Maometto, protetto da un vento distruttivo, che spazzerà via coloro i quali non hanno avuto fede. Secondo le profezie degli indiani Hopi la Fine del Mondo è vista come un momento di “purificazione” dopo un periodo di caos e disordine, in cui tutte le tribù saranno traghettate verso altri mondi…su battelli senza ali.

Da migliaia di anni, quindi, i profeti di tutto il mondo annunciano il giorno del giudizio e, più di uno tra loro, prevede che la fine sia molto vicina. Inoltre caos ed eventi che molte religioni profetizzano come preludio alla Fine paiono essere effettivamente calzanti rispetto al periodo che in tutto il mondo si sta vivendo. Tra gli “uomini di scienza” che hanno predetto che si sarebbe rasenti al termine, troviamo Isaac Newton il quale, attraverso i suoi svariati studi sull’Apocalisse, in riferimento al Libro di Daniele nell’Antico Testamento, avrebbe ipotizzato che questa avverrà “né prima né dopo il 2060”. Pertanto, se il suo calcolo fosse corretto o vicino al giusto, un eventuale ratto salvifico si stimerebbe nel periodo compreso nei sette anni di Tribolazioni o, considerando il periodo precedente secondo le teorie della teologia cristiana, anche un po’ prima.

E, siccome la Bibbia parla moltissimo del ritorno di Cristo per giudicare il mondo, sia nell’AT che nel NT, nonostante non riveli quando Egli ritornerà, Newton si è concentrato a cacolare il margine delle probabilità che comprenderebbero il momento e si convinse, pochi anni prima di morire, che la data poteva essere ricostruita con esattezza a partire dalle parole del profeta Daniele. Informazioni di diretta provenienza divina – almeno secondo lo scienziato – messe nero su bianco:

Tessalonicesi 1, cap 5:1-6 : 1 Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; 2 infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore. 3 E quando si dirà: «Pace e sicurezza», allora d’improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà. 4 Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro: 5 voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre. 6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobrii.

Veniamo ai calcoli:

Daniele, cap. 12:11: Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni.

Parte dal 609 A.D., anno in cui l’Impero Romano cede parte del suo dominio alla Chiesa, e somma a questa data il numero 1290, corrispondente ai giorni dell’abominazione della desolazione, però mutati in anni. Si arriva così al 1899, il momento in cui il sionismo – il movimento che sostiene il ritorno degli ebrei in Terra Santa – conta molti sostenitori.

Daniele, cap. 12:12: Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni.

Sommato al 609 dà 1944, anno che supera la seconda guerra mondiale e che precede di quattro anni anni la fondazione dello Stato di Israele.

Daniele, cap. 12:7: Udii l’uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume, il quale, alzate la destra e la sinistra al cielo, giurò per colui che vive in eterno che tutte queste cose si sarebbero compiute fra un tempo, tempi e la metà di un tempo, quando sarebbe finito colui che dissipa le forze del popolo santo.

1 Tempo = 1 anno ai tempi di Daniele = 360 giorni

Un tempo, dei tempi e la metà d’un tempo = 1260 giorni / anni

Viene trasformato “dei tempi” in “due tempi” = 2 anni, perciò si ottiene che:

1260 + 800 (anno della fondazione del Sacro Romano Impero e incoronazione di Carlo Magno)

Totale: 2060

Newton scrive: Un tempo, dei tempi e la metà di un tempo non si compiranno nè prima né dopo il 2060. Newton nasconde poi il suo scritto. La data del 2060 è indicata in una lettera di Newton del 1704. Gli scritti furono venduti nel 1936 da Sotheby’s a Londra all’economista John Maynard Keynes e dall’uomo di affari Abraham Shalom Yahuda. Entrambi gli acquirenti nascosero i manoscritti fino al 1947, quando vennero lasciati allo Stato di Israele. La lettera Yahuda MS 7, appartiene ad un ricco collezionista di manoscritti scientifici; non veniva esposta al pubblico dal 1969.

Fu il pezzo forte di una mostra allestita nel 2007 presso la Jerusalem’s Hebrew University dal titolo accattivante, “Newton’s Secrets”.

Newton scrive: L’ordine di tornare e ricostruire Gerusalemme sarà impartito non dagli ebrei, ma da un altro regno a loro amico; e preciserà il loro ritorno dall’esilio , fornendogliene l’occasione. Probabilmente l’Inghilterra, la prima a riconoscere il nuovo Stato di Israele.

Pertanto, data la coincidenza delle profezie apocalittiche testimoniate dalle varie religioni e dalle culture più remote con i cataclismi e gli eventi attuali che danno motivo di presumere, senza particolari sforzi e al di là dei credo, di essere giunti al caos e al disordine – da quello ambientale a quello sociale – , è impossibile non pensare, almeno per un momento, che forse Isaac Newton potrebbe essere realmente tra coloro i quali si siano avvicinati maggiormente alla stima della fine dei tempi, e, di conseguenza, sempre se fosse corretto, al calcolo di un eventuale periodo in cui avverrebbe il ratto salvifico, in base alle Tribolazioni secondo la teologia cristiana; laddove anche questo avvenisse, potrebbe riguardare parte dell’umanità di oggi che dovrà, in un battito di ciglia, imbattersi in uno scenario di disperazione o di salvezza.



Igno-rando

Pubblicato da Ignorando

De labore solis!